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Chi fa teatro (ad ogni livello) impara presto che la vita e il sogno spesso si confondono: “della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni” , infatti, sono i personaggi recitati, le storie rappresentate, le immagini e le emozioni che gli spettatori portano via con sé, uscendo dal teatro, dopo lo spettacolo, tornando alla realtà di tutti i giorni. Qualche volta anche certi spettacoli diventano dei sogni (quelli delle grandi produzioni americane, ad esempio), con le loro scenografie sontuose, i loro effetti scenici mozzafiato, i loro diritti d’autore inviolabili… Ebbene, questo spettacolo parla proprio di questi sogni impossibili, senza alcun dubbio irrealizzabili, ma proprio per questo indelebili nel cuore e nella fantasia di chi li ha dentro da sempre. Sognando Broadway, così, può capitare che due storie di “teatro nel teatro” prendano forma, due farse esilaranti dal ritmo travolgente, ma, sotto sotto, intessute di miserie umane e di meschinità quotidiane, di cialtronerie e di sotterfugi, di frenesie e di funambolie, in costante equilibrio sulla corda tesa della finzione dove, tuttavia, spesso si finisce per trovare la verità che nella vita reale il più delle volte sfugge.